Digitale e Prossimità

Il 4 ottobre 2024, nell’ambito della V edizione della Biennale della Prossimità, che quest’anno si è svolta a Napoli, abbiamo organizzato l’incontro sul tema Digitale e Prossimità invitando Ezio Manzini, designer della sostenibilità, ad affrontare il tema della prossimità ibrida e del ruolo che le tecnologie civiche digitali possono avere nel favorire nuove forme di vicinanza e di partecipazione attiva all’interno delle comunità. Riprendendo un dialogo iniziato lo scorso anno in occasione della Digital Week di Milano 2023, si è discusso di come la cittadinanza attiva stia evolvendo in forme di collaborazione e partecipazione sempre più sfaccettate e di quanto il digitale, se progettato in modo etico, possa favorire nuove opportunità di connessione anche nel mondo fisico, diventando così non un’alternativa alla vita offline, bensì un’occasione per aumentarla.

Manzini ha aperto la discussione facendo notare quello che è un dato di fatto, ma che in effetti spesso si tende a rifiutare quando si parla di prossimità: il digitale pervade le nostre vite e al momento qualsiasi gruppo organizzato, che sia piccolo o grande, formale o informale, urbano o extra-urbano, usa almeno uno strumento digitale per raccordarsi, organizzarsi, coordinarsi, basti pensare a WhatsApp e alle chat di gruppo, per l’appunto. Questo significa che è tempo di guardare alle tecnologie che favoriscono questo “fare insieme” come un’opportunità e non più come a una minaccia alla vicinanza fisica tradizionale.

Il timore, sollevato dalla stessa direzione artistica della biennale durante la valutazione della nostra proposta,  è quello che la digitalizzazione favorisca un senso di connessione superficiale, sostituendo il contatto umano reale con interazioni virtuali meno profonde e autentiche. Non c’è dubbio che fino ad ora, complice la tossicità dei social mainstream, il digitale abbia gettando più luce che ombre su strumenti digitali di socialità, consultazione e collaborazione, ma adesso l’ambito delle tecnologie civiche digitali è in crescita e sta dimostrando che il mondo virtuale può essere un alleato, non un nemico da combattere o una sfera da rifiutare. Si tratta di un punto di vista che, come è emerso dal dialogo con il pubblico, è già più diffuso di quanto si possa credere. 

La cittadinanza attiva e le e gli attori che la promuovano e se prendono cura, hanno ben chiaro la necessità di bilanciare i vantaggi della tecnologia con la tutela di un accesso equo e trasparente, senza compromettere la qualità delle relazioni umane e sociali, senza insomma che sia una minaccia per la prossimità.  Durante l’evento abbiamo presentato le tecnologie FirstLife, piattaforma collaborativa, e CommonsHood, la wallet app per creare e scambiare valori virtuali, e raccontato alcuni dei nostri principali casi studio. Le e i presenti hanno dimostrato un interesse che è andato oltre le aspettative e che ha continuato a riecheggiare anche durante panel e incontri successivi, dimostrando quanto ormai non si possa più escludere il digitale quando si parla di Prossimità.

Ci auguriamo che questo sia solo il primo di una serie eventi e dibattiti sul tema e l’incipit per approfondire il ruolo del digitale come mediatore dell’interazione sociale, creatore di nuove modalità di connessione e partecipazione amplificatore del coinvolgimento. Così come stiamo già lavorando per proporre, alla prossimità edizione di Biennale Prossimità, un’intera sessione tematica dedicata a delineare una Prossimità 2.0.

 

Note e approfondimenti:

Biennale prossimità

Ezio Manzini è uno dei maggiori studiosi italiani e mondiali di design per la sostenibilità, campo nel quale lavora da più di 20 anni. È fondatore di DESIS, un network internazionale su design per l’innovazione sociale e per la sostenibilità.

 

Photo credit: Biennale Prossimità

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